Fuoriposto - 32° puntata

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In un'ottica del genere, come mio padre mi proponeva di andare su in montagna per il fine settimana, è normale che io mi fiondassi nell'albergo con lui, lì mi sentivo a mio agio, lì eravamo in campi dove mi sapevo muovere a meraviglia, biliardo a bocchette o giochi di carte che dir si voglia, mi sapevo disimpegnare molto bene in qualsiasi circostanza, e mi divertivo un sacco, c'era pure una ragazzina, più piccola di un paio di anni di me, con la quale scherzavo spesso, anche se ci pigliavamo per il culo senza pietà, in roventi sfottò, ma alla fine, a modo nostro, ci volevamo bene, e devo dire che era pure carina, l'unico problema che incontrai con lei, con il passare del tempo, fu il fatto che, in un certo senso, mi scivolò tra le mani, senza che riuscissi a fare nulla per trattenerla a me, una persona, un ragazzo più sveglio di me avrebbe avuto parecchie chances per conquistarla definitivamente, io no, finché c'era da scherzare non c'erano problemi, ma quando le cose si facevano un po' più serie, quando c'era da abbozzare un mezzo approccio, i miei limiti erano evidenti, per cui feci certe figure da imbecilli che ve le raccomando proprio...

Ritornando alla scuola, quello era un fertile terreno per le mie cazzate, che risultavano abbastanza gradevoli per i miei compagni, mentre le mie compagne di classe mi avevano inequivocabilmente etichettato come uno sfigato di merda, uno da tenere alla larga perché ero l'anti-figa per definizione, mi giocavo questo ambito appellativo con un altro ragazzo, che sinceramente era molto più bruttino di me (non che io sia mai stato un Adone), ma almeno non faceva uscite del cazzo come me, che erano dettate dalla mia innata timidezza, che proprio facevo una fatica tremenda a superare, anzi, a voler essere sinceri, non la superai mai...

La cosa che più mi mandava in tilt, nella quale le ragazze erano maestre, era la fattispecie in cui mi venivo a ritrovare quando loro mi impallinavano con le loro battute taglienti, che non erano affatto volgari, tranne in rarissimi casi, ma facevano un male tremendo, perché erano autentiche stilettate che ti trapassavano in profondità allucinanti, un paio di ragazze erano spietate, non avevano mezzi termini, se per caso mi rivolgevo a loro dicendo una mezza parola in più, era la fine, come avevano l'occasione mi sputtanavano senza pietà, perfettamente consce del fatto che io ero cotto di loro, e in quella situazione loro ci sguazzavano egregiamente, si sentivano completamente a loro agio, io al contrario diventando il loro bamboccio, il loro zimbello, il cretino da prendere per il culo senza paura di ritorsioni, perché di fronte a certe affermazioni, a certi discorsi, io perdevo ogni capacità di replica, le bordate andavano a segno e io affondavo senza speranza...

Alla luce di queste situazioni, al costante ripetersi di queste dinamiche, va da sé che progressivamente smisi di comportarmi in una determinata maniera con le ragazze, se facevo delle cazzate, era meglio farle con i miei compagni, anche se ogni tanto una ripassata la beccavo ugualmente dalla ragazza di turno, che osservava quello che facevamo e quasi sempre aveva un qualcosa da ridire nei miei confronti, al punto tale che a un certo punto del 1° anno delle superiori iniziai a reagire a modo mio, tanto, perso per perso, a stare zitto non avevo tanto da guadagnare, per cui rispondevo di traverso, andando decisamente nello scurrile ed esplicito, in ogni caso non avrei mai avuto nulla da loro, quello era poco ma sicuro, ma almeno vuotavo il carico di bile che costantemente si formava nel mio animo...

Continua...