I momenti significativi a livello podistico - 21° puntata - Se dormi, ti svegli - 2° parte

Finalmente riuscii ad uscire dall'acqua, il dolore al polpaccio era ancora forte, non tale da impedirmi di arrivare, zoppicando, nella nostra zona di ristoro, dove erano posizionati i tavolini per il pranzo, alla mia visione i miei amici reagirono perplessi, chiedendomi spiegazione, fortunatamente la situazione sembrò normalizzarsi, l'infortunio non pregiudicò più di tanto il mio sabato pomeriggio di relax alle cascate, tenni per diverso tempo il polpaccio a bagno, in una pozza relativamente fredda, la mattinata seguente, quando mi svegliai nella stanza d'albergo, il dolore della giornata precedente sembrava un lontano ricordo, ma fu un'effimera guarigione, perché a distanza di una settimana ritornai in quella zona, per una gara podistica abbastanza impegnativa, di cui ricordo unicamente una cosa, il percorso, corto ma decisamente duro, con una salita con pendenza accentuata, e proprio a metà di quella asperità il patatrac definitivo, una fiondata profondissima al polpaccio, stesso punto, stesso dolore lancinante, non mi ritirai unicamente perché, a tutt'oggi, non mi sono mai ritirato da nessuna competizione a cui ho mai preso parte, ma non nascondo il fatto che è stata una autentica sofferenza giungere tutto intero al traguardo, dietro di me non era rimasto praticamente più nessuno, se non un paio di podisti che, notoriamente, affrontavano le gare camminando per quasi tutta la lunghezza dei vari percorsi, e non erano troppo distanti da me, non sarebbe stato in ogni caso un'offesa, farsi superare anche da loro...

Questa volta mi comportai con giudizio, andai un paio di volte dal fisioterapista, il recupero muscolare a quella età fa miracoli, stretching, molto blando e mirato, riposo, ghiaccio e in un paio di settimane, con la dovuta calma, ripresi a mettere le scarpe ai piedi, all'inizio semplicemente per fare pochissimi km di allenamento, nel vicino parco dove ero nato e abitavo ancora, il momento della ripartenza vera e propria, a livello agonistico, non rammento quando avvenne, ma un qualcosa cambiò, dopo quell'infortunio, la consapevolezza del fatto di non essere assolutamente invincibile, come erroneamente pensavo, ma soprattutto quel punto preciso, a distanza di anni e anni, ogni tanto si fece sentire, era come se il muscolo si fosse ricostruito e ripristinato con una sorta di memoria, per cui in condizioni molto particolari ma non automatiche (nel senso che in diverse competizioni molto impegnative non sentii nulla), il mio polpaccio destro passò a batter cassa, limitando alcune mie prestazioni, sembra più arrivare a toccare i picci di quella benedetta estate...

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