I momenti significativi a livello podistico - 20° puntata - Se dormi, ti svegli - 1° parte

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Immagine CC0 creative commons

Nella mia beata ignoranza dei 21 anni pensavo che dopo un paio di giorni dall'aver terminato quella famosa gara Rimini-San Marino il mio polpaccio fosse completamente a posto, in effetti sembrava proprio essere così, avevo ripreso la mia normale vita di sempre, mi ero tornato ad allenare, ogni tanto, ma raramente, sentivo un leggero e blando risentimento nella zona del crampo, ma nulla di più, finché durante l'estate, era il mese di agosto se ne ricordo male, vado su in montagna una settimana con mio padre, nella settimana di Ferragosto si combinava poco o nulla, non avevo un'occupazione direttamente interessata dalla stagione balneare, per cui accettai di buon grado l'invito di mio padre a seguirlo in montagna, c'era pure una ragazza a cui facevo la punta, e un qualcosina una notte effettivamente combinai con lei (dolci ricordi lontani, che bella passerina che era)...

Non ricordo bene come fu possibile questo fatto, in quanto eravamo ancora in epoca antecedente alla diffusione di massa dei cellulari, i miei ex-compagni di scuola superiore si misero in contatto con me (probabilmente avevo lasciato detto loro che mi trovavo in quell'albergo), ero a pochi km di distanza da una cascatella di un fiume, dove ci si ritrovava per andare a fare il bagno in estate, per cui fissammo l'appuntamento a via tutti a fare il bagno, era un caldo afoso che non vi dico, l'acqua fresca del fiume era più che invitante...

L'orario del ritrovo collettivo era fissato di prima mattina, se si arrivava troppo tardi, si rischiava di non trovare più posto sulle sponde del fiume, in quanto quel luogo era famoso e ben frequentato, sistemati gli asciugamani e i viveri per consumare il pranzo al sacco tutti insieme, via a fare il bagno...

Il fiume faceva un bel salto, con una cascatella di circa una decina di metri, poi c'era una bella pozza d'acqua, dove fare il bagno ma nulla di più, con una profondità di circa un metro, un'altra cascatella, con ulteriore pozza d'acqua (che era molto più profonda, circa 4 metri), dove ci si tuffava di piedi (i più temerari anche di testa), infine un terzo e ultimo salto del fiume (almeno nel tratto dove eravamo noi), ma in quel punto non ci andava praticamente nessuno, la profondità dell'acqua era molto scarsa...

Era l'una, forse superata di qualche minuto, le ragazze stavano stendendo le tovaglie sui tavolini da campeggio con cui eravamo attrezzati, c'erano gli ultimi irriducibili, tra cui logicamente io, che stavano facendo gli ultimi tuffi, eravamo rimasti in 3, gli altri 2 mi dicono che sarebbero andati su, nella zona nel pranzo, io mi ero offerto per andare a recuperare un materassino gonfiabile, con il quale giocavamo, che era sceso nella zona della pozza d'acqua più profonda...

Vado sopra il materassino, in prospettiva, faccio il mio tuffo con i piedi, mi infilo perfettamente dentro l'acqua, al punto tale che tocco senza problemi il fondale, mi spingo verso la superficie dell'acqua ed esco con la testa fuori a respirare, giusto qualche boccata d'aria, poi prendo il materassino, mi aggrappo a lui, dandomi la spinta tipo colpo di reni...

Non l'avessi mai fatto, il crampo, quello al polpaccio, un dolore acutissimo e profondissimo, perdo immediatamente il contatto con il materassino, perché il dolore era troppo forte per essere gestito, dovevo cercare di fare qualcosa, tipo un veloce massaggio locale per cercare di bloccare, almeno momentaneamente, il punto sorgente di quelle fitte che non erano gestibili, molto più forti a livello di intensità rispetto alla gara di qualche mese prima, il problema era rappresentato dal fatto che mi trovavo in quella pozza d'acqua dolce, andavo sotto, perché non toccavo minimamente da nessuna parte, e il dolore non passava, il materassino era distante, anche se urlavo non mi avrebbe sentito nessuno perché ero troppo distante, con l'aggravante del rumore dell'acqua, erano cazzi acidi davvero...

Tentai disperatamente di fare mente locale, cercando di realizzare dei compromessi, non potevo affogare, non potevo lasciare stare il polpaccio, perché mi impediva di muovermi e nuotare in acqua, non potevo raggiungere comodamente il materassino, annaspai di brutto, bevendo diverse volte l'acqua perché ero proprio a filo, andavo sotto e ritornavo su, spinto dalla gamba sinistra che era l'unica che funzionava a dovere, con una specie di strana nuotata riuscii miracolosamente a toccare il materassino, sfruttando una piccola corrente che me lo avvicinò un po', con la mano sinistra lo abbrancai, con la destra cercavo di controllare il dolore, che era sempre fortissimo, finché non sentii il terreno sotto ai miei piedi, ero salvo, ancora tremendamente dolorante ma salvo...

Continua...



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@tipu curate

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Santo cielo:
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Qua non mi esce altro se non l'Urlo di Munch😖

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