I momenti significativi a livello podistico - 32° puntata

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Immagine CC0 creative commons

L'estate del 1990 fu contraddistinta dal raggiungimento dei massimi risultati a livello tennistico, gli allenamenti podistici fornirono la grande base aerobica su cui innestare il mio gioco di rimessa, ero diventato uno dei più rognosi pallettari della zona, non disdegnando anche di offendere, grazie a un braccio mancino in grado di alternare precisi pallonetti difensivi a passaggi incrociati in veloce top-spin...

Archiviata la stagione tennistica, durante la stagione fredda di quell'anno iniziai a maturare un'idea, che si stava facendo strada anche in diversi altri corridori, ma occorre prima fare una premessa, di quello che era stato il movimento podistico fino a quel momento...

Il podista classico gareggia su distanze del mezzofondo, per arrivare fino alla mezza maratona al massimo, in quanto le distanze più lunghe, principalmente la maratona stessa, erano riservate ad atleti che nelle gare su strada non andavano un cazzo, con questa affermazione si identificavano dei podisti che non volevano primeggiare nelle gare canoniche domenicali, preferendo allungare la distanza alla maratona (o anche ultramaratone), si riteneva, non a torto, che la preparazione per la maratona rallentasse la velocità sulle distanze inferiori, in quanto gli allenamenti specifici per quella distanza, tipo il lungo o il lunghissimo, potevano far calare le prestazioni sulle distanze inferiori...

L'idea che si stava sviluppando era quella che anche ottenere un tempo di un certo livello di maratona poteva essere un fatto significativo, seppur nella modesta carriera amatoriale di un corridore, per cui, anche se non avevo ancora un'età avanzata per un podista, stavo seriamente pensando di prendere parte alla mia 1° maratona, anche se le incognite non erano poche...

Innanzitutto c'era la mia scarsa predisposizione per le gare di lunga percorrenza, le partecipazioni giovanili alle varie edizioni della Rimini-Riccione-Rimini e Rimini-San Marino erano abbastanza lontane, a livello temporale, ma soprattutto avevano presto lasciato il campo a tutta una serie di gare di distanza inferiore, avevo già capito che ero più portato per distanze intorno ai 10-12 km, già nella mezza maratona ci poteva essere un significativo calo delle mie prestazioni, se non ero più che adeguatamente preparato, per cui andare ad affrontare 42,195 km di distanza da percorrere non era di certo uno scherzo, anche se avevo già un bagaglio di conoscenze e di esperienze non del tutto trascurabili, per cui le incognite erano abbastanza contenute, a livello quantitativo e qualitativo, era comunque in ogni caso una gara che meritava considerazione e rispetto a prescindere...

Continua...



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A una carriera professionale nel tennis avevi mai pensato?
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